Dal 1989, grazie all’avvocato e produttore di vini napoletano Francesco Paolo Avallone è stata istituita una zona di produzione di vino DOC che si richiama alla tradizione, e al nome del Falerno antico, sotto il nome di Falerno del Massico. Il Falerno del Massico, come gran parte dei vini europei, ha risentito degli effetti devastanti della Filossera: la produzione è stata interrotta bruscamente agli inizi del ventesimo secolo, per essere ripresa con sistematicità agli inizi degli anni ’70. Grazie all’intervento dell’avvocato e produttore e studioso di vini napoletano Francesco Paolo Avallone e di alcuni piccoli contadini della zona del Massico, questo vino, ormai perduto, è tornato al suo antico splendore.
Sicuramente un nome che evoca una storia millenaria legata al più antico e famoso vino della Roma Imperiale, prodotto alle pendici del Monte Massico e proveniente dai torchi di Sinuessa. Il numero di citazioni nell’antichità su questo vino è davvero impressionante: negli Xenia, Marziale mette a punto una guida dei vini antichi davvero molto ben documentata e di grande valore storico: fra i tanti, primeggia il Falerno, il più famoso e pregiato bicchiere dell’antica Roma: “De sinuessanis venerunt Massica prelis: condita quo quaeris consule? Nullus erat.” e cioè: “Questo vino massico è venuto dai torchi di Sinuessa. Mi chiedi sotto quale console fu imbottigliato? Non c’erano ancora i consoli.” È fuor di dubbio che tra tutti i vini prodotti nel vastissimo impero dell’antica Roma, il Falerno era sicuramente l’eccellenza, per il quale si era disposti a pagare cifre elevate per poterlo bere durante banchetti e cerimonie. Scrive ancora Marziale: – Se vuoi bere del vino spenderai un sesterzio; del buon vino te ne costerà due; ma se vorrai il magico Falerno dovrai essere pronto a pagarne sei.